D.P.R. 24 giugno 1986, n. 539
Approvazione delle specifiche ed autonome attività
educative
in ordine all'insegnamento della religione cattolica nelle
scuole
pubbliche materne.
aggiornata al 5.08.2002
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto l'art. 87 della Costituzione;
Vista la legge 25 marzo 1985, n. 121, recante ratifica
ed esecuzione dell'accordo, con protocollo addizionale,
firmato a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni
al Concordato lateranense dell'11 febbraio 1929, tra la
Repubblica italiana e la Santa Sede;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 16 dicernbre
1985, n. 751, relativo all'esecuzione dell'intesa tra
l'autorità scolastica italiana e la Conferenza
episcopale italiana per l'insegnamento della religione
cattolica nelle scuole pubbliche;
Udito il parere del Consiglio nazionale della pubblica
istruzione;
Visto il verbale d'intesa del 10 giugno 1986, tra il Ministro
della pubblica istruzione e il presidente della Conferenza
episcopale italiana sull'allegato testo;
Sulla proposta del Ministro della pubblica istruzione;
Emana il seguente decreto:
sono approvate le "specifiche e autonome attività
educative in ordine all'insegnamento della religione cattolica
nelle scuole pubbliche materne", di cui al testo
annesso al presente decreto.
IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
e
IL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
In attuazione dei punti 1.2. e 1.3. della "Intesa"
tra autorità scolastica e Conferenza episcopale
italiana firmata il 14 dicembre 1985 per l'insegnamento
della religione cattolica nelle scuole pubbliche,
danno atto
che il testo definitivo delle "specifiche ed autonome
attività educative in ordine all'insegnamento della
religione cattolica nelle scuole pubbliche materne",
sul quale si è perfezionata l'intesa, è
quello allegato al presente verbale.
Roma addì 10 giugno 1986
IL Ministro della pubblica istruzione
Franca FALCUCCI
IL Presidente della Conferenza episcopale
italiana
Ugo Card. POLETTI
Specifiche e autonome attività educative in ordine
all'insegnamento della religione cattolica nelle scuole
pubbliche materne
1. Gli indirizzi per le specifiche e autonome attività
educative in ordine all'insegnamento della religione cattolica
nella scuola materna:
si collocano nel quadro delle finalità di detta
scuola, che "si propone fini di educazione, di sviluppo
della personalità infantile, di assistenza e di
preparazione alla frequenza della scuola dell'obbligo,
integrando l'opera della famiglia" (legge 18 marzo
1968, n. 44, art. 1);
Assumono, in aderenza agli "Orientamenti dell'attività
educativa nelle scuole materne statali" (decreto
del Presidente della Repubblica 10 settembre 1969, n.
647), gli aspetti universali della religiosità
e insieme quelli specifici dei valori cattolici, che fanno
parte del patrimonio storico del popolo italiano;
Sono offerti alle educatrici e agli educatori, e con essi
ai genitori, perché possano presentare con libertà
e responsabilità nella comunità scolastica
il messaggio evangelico dell'amore, della fratellanza,
della pace, come risposta religiosa al bisogno di significato
dei bambini, nel rispetto delle loro esperienze personali,
delle responsabilità educative delle famiglie e
della pedagogia della scuola materna.
2. Le scelte delle attività educative suggerite
con questi indirizzi assumono come base di partenza le
esigenze e gli interessi dei bambini e le esperienze che
essi vivono in famiglia, nella scuola, nell'ambiente sociale
e in riferimento alla comunità cristiana.
In armonia con le finalità generali della scuola
materna, queste attività concorrono ad aiutare
i barnbini nella reciproca accoglienza, nel superamento
fiducioso delle difficoltà, nell'educazione all'esprimersi
e al comunicare con le parole e i gesti.
Specificamente, esse tendono ad educare i bambini a cogliere
i segni della vita cristiana, a intuirne i significati,
ad esprimere con le parole e i segni la loro incipiente
esperienza religiosa.
3. Come contenuti di queste attività educative,
si propongono le seguenti indicazioni:
i segni e le esperienze della presenza di Dio nella creazione,
nella natura e nelle sue stagioni, nella vita e nelle
opere degli uomini;
I significati cristiani degli avvenimenti fondamentali
dell'esistenza umana, quali i bambini possono vivere in
famiglia, nell'ambiente e attraverso le immagini della
comunicazione sociale;
La paternità e la provvidenza di Dio, che è
più forte del male, rende gli uomini fratelli e
solidali, apre a sempre nuove speranze;
L'accostamento graduale a passi della Bibbia, scegliendo
tra gli episodi, i personaggi e i brani sapienziali che
maggiormente rivelano la paternità di Dio e la
fraternità universale degli uomini;
In particolare, pagine scelte dei Vangeli che raccontano
la vita, l'insegnamento, le opere, le preghiere, la Pasqua
e la presenza viva di Gesù, e insieme la vita di
Maria, sua Madre;
La domenica, le feste, le preghiere, i canti, i tempi
e i luoghi, gli elementi simbolici, gestuali e figurativi
della vita dei cristiani, così come i bambini possono
gradualmente percepire;
Episodi della vita di santi, persone e figure significative
del messaggio dell'amore nel nostro tempo;
La regola dell'amore di Dio e del prossimo, con i primi
comportamenti di accoglienza e donazione, di riconciliazione,
sincerità e fiducia;
Le manifestazioni della religiosità popolare, nel
loro corretto significato culturale e spirituale;
Le espressioni delle poesia e dell'arte cristiana più
adeguate alla sensibilità dei bambini.
4. Spetta alle educatrici e agli educatori, insieme con
le famiglie e sempre in dialogo con i bambini, provvedere,
nel quadro del progetto educativo, a organizzare con opportune
scelte queste attività, con particolare attenzione
ai seguenti criteri:
si favoriscano l'ascolto e la parola, l'espressione di
sentimenti di gratitudine, di gioia, di dialogo e di preghiera;
Si cerchi di coltivare la spontaneità espressiva
dei bambini contemperandola opportunamente con l'uso delle
parole offerte dalla tradizione cattolica;
Si valorizzino sempre, senza alcuna discriminazione, le
diverse esperienze dei bambini, nel rispetto di tutte
le famiglie;
Si abbia particolare predilezione per i bambini portatori
di handicap presenti nella scuola, aiutandoli perché
siano soggetti, con i coetanei, di queste attività;
Si curi la necessaria e corretta relazione con tutte le
attività educative della scuola materna, anche
quando l'insegnante impegnato nelle attività educative
di religione cattolica non è il titolare della
sezione.
5. Per quanto riguarda la scelta delle attività,
tenuto conto che l'acquisizione dei valori religiosi viene
favorita dalle capacità che il bambino matura attraverso
le varie esperienze e dimensioni educative, si offrono
come concrete indicazioni, da applicare gradualmente nelle
diverse lezioni in cui si articola la scuola materna,
quelle che riguardano: la comunicazione orale (racconti,
lettura da parte dell'insegnante di brevi testi religiosi);
la musica e il canto (ascolto, esecuzione di canti religiosi
tratti anche dalla tradizione popolare); l'uso dell'audiovisivo;
il gioco; la drammatizzazione; l'attività grafico-pittorico-plastica;
l'esplorazione dell'ambiente alla ricerca dei segni della
comunità cristiana.
6. L'insegnante abbia cura di far comprendere ai bambini
che le specifiche ed autonome attività educative
di religione cattolica concorrono a maturare il rispetto
delle diverse posizioni che le persone variamente adottano
in ordine alla realtà religiosa, così da
porre anche le premesse di una vera convivenza umana.
Questi indirizzi di attività educative in ordine
all'insegnamento della religione cattolica richiedono
in ogni modo, da parte di tutti, una mentalità
aperta, capace di grande comprensione per le prospettive
riguardanti l'unità tra tutti i cristiani, le buone
relazioni tra la Chiesa cattolica e le religioni non cristiane,
il dialogo corretto e fecondo con tutti, la promozione
dell'uomo e il bene del Paese.