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Contenzioso europeo
Relazione annuale al Parlamento
Esecuzione
delle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo nei
confronti dello Stato italiano
Il documento, redatto a cura del Dipartimento per gli affari giuridici
e legislativi
del contenzioso, in attuazione della
legge 12/2006, analizza ed illustra le attività svolte
dallo Stato italiano per favorire un sistema nazionale di garanzie a tutela dei
diritti dell’uomo rispettoso dei principi della Convenzione europea per
la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
- Relazione al Parlamento – Anno 2021
È stata presentata al Parlamento la Relazione annuale sullo stato di esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti dell'Italia, riferita all'anno 2021.
- Relazione al Parlamento – Anno 2020
È stata presentata al Parlamento la Relazione annuale sullo stato di esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti dell'Italia, riferita all'anno 2020.
- Relazione al Parlamento – Anno 2019
È stata presentata al Parlamento la Relazione annuale sullo stato di esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti dell'Italia, riferita all'anno 2019.
- Relazione al Parlamento – Anno 2018
È stata presentata al Parlamento la Relazione annuale sullo stato di esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti dell’Italia, riferita all’anno 2018.
- Relazione al Parlamento – Anno 2017
E’ stata presentata al Parlamento la Relazione annuale sullo stato di esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti dell’Italia, riferita all’anno 2017.
- Relazione al Parlamento – Anno 2016
E’ stata presentata al Parlamento la Relazione annuale sullo stato di esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti dell’Italia, riferita all’anno 2016.
Si conferma l’andamento in riduzione del volume del contenzioso pendente nei confronti dell’Italia, con una diminuzione di 1387 unità (-18,33 % circa) rispetto al 2015 (erano 7.567) ed un miglioramento della posizione nella graduatoria dei Paesi con maggior numero dei ricorsi pendenti, che fa passare l’Italia dal quarto al sesto posto, dopo l’Ucraina (18.171), la Turchia (12.575), l’Ungheria (8.962), la Russia (7.821) e la Romania (7.402).
Si consolida il medesimo trend positivo anche per le sentenze di condanna, che ammontano a 15, a fronte delle 21 del 2015, e diminuiscono i tempi di trattazione delle procedure di esecuzione davanti al Comitato dei ministri.
L’Italia è così uscita dalla classifica dei primi dieci Stati membri della Convenzione europea per la tutela dei diritti dell’uomo, con maggior numero di sentenze di condanna. Gli sforzi del Governo nel perseguire politiche organiche di riduzione del contenzioso seriale sono stati indicati dal Presidente della Corte europea quale modello da seguire. Nel discorso di apertura dell’anno giudiziario del 27 gennaio 2017, il Presidente Raimondi, dopo aver ripetuto che "it is at national level that the solutions must be found”, ha evidenziato che esiste un metodo vincente per uscire da una situazione stagnante di eccessivo contenzioso, citando l’esempio dell’Italia, per la quale il numero di casi è stato più che dimezzato in due anni e mezzo.
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Relazione al Parlamento – Anno 2015
La relazione al Parlamento sullo stato di esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti dell’Italia, riferita all’anno 2015, presenta un quadro generalmente positivo per l’Italia.
Questi dati sono testimonianza dell’impegno profuso dal Governo nell’abbattimento del contenzioso seriale conseguito attraverso un complesso di iniziative e misure assunte sia a livello amministrativo-organizzativo che a livello normativo per superare le principali criticità sistemiche stigmatizzate in sede convenzionale.
- Relazione al Parlamento – Anno 2014
La nona edizione della Relazione al Parlamento sullo stato di esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo, riferita all’anno 2014, presenta un approccio metodologico nuovo, dettato dall’esigenza di offrire un prospetto analitico dei casi trattati dalla Corte europea nell’anno appena trascorso - e di quelli ancora pendenti da anni passati - evidenziando le scelte adottate in sede di esecuzione e le problematiche riscontrate.
- Relazione al Parlamento - Anno 2013
La presente edizione della Relazione al Parlamento sullo stato di esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo, relativa all’anno 2013, nel fornire la consueta rassegna delle sentenze e delle principali decisioni pronunciate nel corso dell’anno, offre un’ampia conoscenza dell’applicazione nell’ordinamento nazionale degli obblighi discendenti dall’articolo 46 della Convenzione, sotto il profilo dell’adeguamento ai principi e alla giurisprudenza della Corte.
In tale quadro, illustra il percorso compiuto dall’Italia lungo la direttrice del rafforzamento delle misure interne di protezione dei diritti umani attraverso il compiuto recepimento degli obblighi conformativi derivanti dalle pronunce della Corte e, principalmente, dalle due “sentenze pilota” del 2013, che hanno visto l’Esecutivo impegnato, medianti specifici piani d’azione, a dare risposte rapide ed efficaci alle indicazioni del giudice europeo in tema di sovraffollamento carcerario e rivalutazione dell’indennizzo riconosciuto a soggetti danneggiati da sangue infetto.
Segnali determinanti dell’ampia azione riformatrice avviata dal Governo per rendere più efficiente il sistema Paese e più adeguato alle esigenze di tutela dei diritti dei suoi cittadini, che si accompagnano alle altre iniziative prevedenti piano di intervento pluriennali per la chiusura mediante regolamento amichevole o offerte unilaterali, entro il 2014, di oltre 7.000 casi ripetitivi riguardanti la materia delle lungaggini processuali, sotto il profilo del ritardo nei pagamenti degli equi indennizzi ex lege “Pinto” e di 105 affari in materia di espropriazione indiretta.
- Relazione al Parlamento - Anno 2012
La presente edizione della Relazione al Parlamento sullo stato di esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo, relativa all’anno 2012, pone l’accento sulla crescente importanza della sussidiarietà come fondamentale principio regolatore di una nuova impostazione del sistema giurisdizionale di protezione dei diritti umani che mira a valorizzare la funzione prioritaria dei giudici nazionali quale garanti del rispetto della Convenzione.
- Relazione al Parlamento - Anno 2011
La relazione sullo stato di esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti dello Stato italiano relativa all’anno 2011, presentata al Parlamento a fine giugno, testimonia il dibattito in corso sul futuro della Corte europea dei diritti dell’uomo anche alla luce delle importanti modifiche al sistema di tutela dei diritti umani convenute nell’ambito della Conferenza di Interlaken del 2010 e della Conferenza di Smirne dell’aprile 2011.
I processi di riforma del ruolo della Corte sono stati oggetto di attenzione anche da parte della terza Conferenza ministeriale di alto livello di Brighton del 2012, alla quale il Governo italiano ha partecipato.
La relazione testimonia, in particolare, l’impegno continuo dell’Italia e dei Paesi membri del Consiglio d’Europa per l’attuazione di strategie che consentano di garantire un sistema più coerente nell’interpretazione e nell’applicazione della Convenzione e di favorire maggiormente la conclusione del processo di adesione dell’Unione europea alla Convenzione, in aderenza al Trattato di Lisbona.
In tale contesto, in evoluzione, la relazione illustra, infine, come di consueto, l’andamento del contenzioso italiano e quello degli altri Stati contraenti, evidenziando le criticità poste dall’attività di adeguamento dell’ordinamento interno ai principi convenzionali e fornendo un ampio contributo sulle misure individuali e generali adottate o in via di adozione da parte dell’Italia per dare coerente esecuzione alle sentenze, conformemente al piano d’azione previsto dalla dichiarazione congiunta di Interlaken.
- Relazione al Parlamento - Anno 2010
La quinta edizione della Relazione al Parlamento si colloca in una fase di profonda transizione dovuta alla concomitanza di importanti fattori che, nell’anno 2010, hanno posto le basi per un diverso assetto nei rapporti tra gli Stati aderenti alla Convenzione e la Corte europea dei diritti dell’uomo.
Al nuovo scenario è dedicato il capitolo introduttivo della Relazione, che si sofferma, in particolare, sugli ampi spazi alla formazione del Diritto europeo dei diritti della persona umana che verranno a determinarsi con l’adesione dell’Unione Europea alla Convenzione e con l’istituzione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e sul nuovo ruolo che si sta delineando per la Corte di Strasburgo a seguito della Dichiarazione politica approvata con la Conferenza di Interlaken, che, stabilendo una vera e propria “road map” sul futuro della Corte, ha già fissato le procedure da seguire e le strategie concrete da attuare per raggiungere gli obiettivi finalizzati ad una riforma del sistema e delle procedure della Corte.
Come per gli anni pregressi, la Relazione esamina, quindi, l’andamento del contenzioso italiano dinanzi alla Corte, ponendo l’attenzione sui temi più sensibili evidenziati dalle sentenze della Corte ed illustrando le misure di carattere generale adottate dal Governo, nel quadro degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia al sistema convenzionale.
- Relazione
al Parlamento - Anno 2009
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Particolare rilevanza viene posta nell’analisi delle violazioni accertate, volta a focalizzare la natura dei fenomeni che hanno caratterizzato le sentenze emesse nei confronti dell’Italia. Dalla pronuncia di condanna sulla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche alla decisione di revisione dei parametri da utilizzare nei casi di espropriazione indiretta e alle condanne per i provvedimenti di espulsioni di cittadini extracomunitari, la Relazione affronta l’andamento del contenzioso italiano anche nell’ottica di favorire una sempre maggiore aderenza dell’ordinamento nazionale ai principi della Convenzione.
- Relazione
al Parlamento - Anno 2008
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Particolare evidenza è stata data al ruolo svolto dal Governo, nel
corso dell’anno 2008, sul fronte delle misure generali di carattere
legislativo adottate, o in via di approvazione, in materia di riforma del
processo civile e penale e della legge Pinto, nell’ottica dell’ulteriore
adeguamento del quadro normativo nazionale ai principi tutelati dalla Convenzione
europea, quali interpretati dalla Corte di Strasburgo.
- Relazione
al Parlamento- Anno 2007
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Pone un accento particolare sull’impatto e
sugli effetti determinati nel nostro ordinamento
giuridico dalle sentenze n. 348 e n. 349 del 2007
della Corte Costituzionale, sul tema della
compatibilità della giurisprudenza della Corte di Strasburgo
con le disposizioni della nostra Carta
Costituzionale e con il sistema giudiziario e politico
del nostro Paese.
- Relazione
al Parlamento- Anno 2006
E’ la
prima relazione annuale sullo stato di esecuzione delle
pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo
nei confronti dello Stato italiano, redatta in attuazione
della Legge 9 gennaio 2006, n.12, pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale del 19 gennaio 2006. Introduce alla
conoscenza del sistema CEDU, illustrandone i principali
aspetti ed evidenziando i meccanismi di adattamento
dell’ordinamento italiano.
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Indice
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Contenzioso ordinario e amministrativo
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